Per un bilancio
1. (-) Quella che si chiude è una legislatura segnata dalla azione politica democraticamente improrpie (Fini, Napolitano) o camuffate (governo di "tecnici"). Si è fatta politica, contro gli elettori, da cariche democraticamente non abilitate a farne e dunque o prive dei necessari contrappesi (Fini, Napolitano) o al riparo di pretestuosi camuffamenti (governo di "tecnici"). Dal 1946 mai eravamo scesi così in basso nella qualità democratica della vita politica nazionale. Neppure durante l'attacco del terrorismo (pericolo esterno e convenzionale). 2. (-) Sacrifici del genere possono anche essere necessari, ma devono fruttare almeno tanto quanto hanno sottratto. Con De Gaulle valse la pena: lasciò molto più di quanto aveva tolto. Con Monti no: sulla colonna dell'"attivo" risulta solo la riforma della pensioni. Su quella del "passivo" la lista è molto più lunga quando l'inventario è ben lungi dall'essere terminato. Dal mercato del lavoro al federalismo le controriforme non si contano. 3. (-) Il Pd, in ogni sua componente, ha sostenuto l'operazione Fini - Napolitano - Monti. E di suo ci ha messo un attacco sistematico a quel poco di indicazione del presidente del consiglio, bipolarismo, sussidiarietà che era rimasta. Per fortuna il "porcellum" non è stato sostituito con qualcosa di peggio. 4. (-) Il paese, e la sua economia, stanno peggio di cinque anni fa (2008) quando prese avvio l'operazione Fini-Napolitano-Monti. La credibilità che Monti ci avrebbe fatto recuperare è molto dubbia, se è vero che le nostre esportazioni sono cresciute degli investimenti esteri in Italia. Sappiamo a "chi" è servita la linea Fini-Napolitano-Monti, non sappiamo a "cosa". 5. (-) In questo periodo la offerta politica è regredita: del resto l'attacco di Fini-Napolitano-Monti era all'evoluzione della offerta politica ed al suo motore: gli elettori. Si è tornati al Pci (le mozioni del 1990 si sono riunificate: Bersani + Vendola). Il Centro è rimasto se stesso. (Centro e sinistra si sono prestati a tornare allo stadio della prima repubblica l'unico compatibile con Fini-Napolitano-Monti.) Il Centro Destra, resta ad un mero e prepolitico conatus essendi. 6. (-) Se prende la Lombardia la Lega è l'unica forza che fa un passo in avanti, verso una qualche forma di secessione. Una risposta non inevitabile, ma comunque una delle risposte razionalmente adeguate ai problemi presenti. 7. (-) Le linea della CEI non porta a casa nulla e anzi concorre alla irrilevanza del cattolicesimo politico. Quelli di Todi si sono semplicemente incaricati di mostrare che sulla ambiguità non si costruisce nulla. 8. (+) Senza un cattolicesimo politico forte e capace di guidare più ampie alleanze in regime bipolare (non importa se di destra o di sinistra), il che non significa in alcun modo unità politica dei cattolici, non vi è possibilità di democrazia in Italia. La sinistra non ha la forza né la cultura per opporsi a linee come quella Fini-Monti-Napolitano. Nel 1943 era così. Oggi, purtroppo, è ancora così. L'errore di tanti cattolici impegnati in politica non è stato quello di accettare il pluralismo (che c'era anzi da prima che il Concilio lo legittimasse), ma aver accettato una (remunerata) irrilevanza. Se non si tiene conto di questo (e persino il primo prodismo - suppur malamente - non ignorava questo nodo) non si fa neppure capolino nel politicamente reale. 9. (+) L'obiettivo politico primario e pregiudiziale è l'elezione diretta del capo dello stato. Ormai nessun capo dello stato sarà meno potente e dunque meno pericoloso (neppure volendolo) di quanto è stato Napolitano. Ormai il maggior potere politico è finito lì. Ed in sé la cosa è pure positiva. Ma se un potere non ha limiti e responsabilità imputabile non è un potere democratico. Sotto questo profilo il Napolitano di oggi non è più liberaldemocratico di quello del 1956. Il lupo, come si sa, può anche perdere il pelo ... L'amore per la democrazia e per la libertà nasce dall'animo, non dalla testa. L'appuntamento politico più importante della prossima primavera è l'elezione del nuovo capo dello stato: Amato è il pericolo maggiore (e poi Violante, Finocchiaro .... de minimis non quaerimur). 10. (+) La terza partita chiave è tenere la Gran Bretagna nell'UE. Ora si stanno determinando le alleanze. Se si solidifica quella franco-tedesca, la GB va fuori e noi diventiamo marche periferiche del laico-renano-impero (ipotesi UE = superstate). Se un'alleanza Gran Bretagna - Italia stringe un patto con la Germania forse ce la facciamo ad evitare il superstate, e ce la facciamo ad avere qualche chance di futuro. Per dirla à la Rokkan: o si saldano l'aree ibride di confine (GB-NL-ITA) e scelgono di allearsi con uno dei due poli continentali (la Germania è preferibile alla Francia perché meno Stato) oppure i due poli (Germania e Francia) si saldano mettendo in comune quello che hanno di più vecchio. Sprofonderanno solo un po' dopo gli altri nano states dell'Europa continentale.
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