intervista a Segni nel Corsera 'Al referendum voterò a favore'

l’intervista Milano, 17 agosto 2016 - Corriere della Sera Segni, «Al referendum voterò a favore o il Paese sarà ingovernabile Ma quanti errori nella riforma» Mario Segni, tra i promotori del referendum del 1993 per permise il passaggio al maggioritario: «Non torniamo al proporzionale rischiamo di gettare il Paese nel caos» di Cesare Zapperi Professor Mario Segni, lei che ha legato il nome ai referendum, come si comporterà con quello sulla riforma Boschi? «Dirò un sì convinto anche se, nel merito, sono critico su diversi aspetti». Come si conciliano le due posizioni? «Non si vota solo per una riforma costituzionale. Sono in ballo due sistemi molto diversi: da un lato, il binomio riforma-Italicum ci dà la stabilità di cui abbiamo bisogno; dall’altro, si tornerebbe al proporzionale che è garanzia di perenne ingovernabilità. Ci riporterebbe a prima del 1993, all’Italia che con quel sistema ha visto esplodere il debito pubblico». Fu lei l’artefice dell’abolizione del proporzionale. Dice Sì per coerenza? «Sono coerente ma non per nostalgia. è che vedo con terrore un’Italia che rischia di trasformarsi nella Spagna (due volte ad elezioni anticipate e ancora nessun governo). Per come è messo il sistema politico italiano con il proporzionale sarebbe impossibile avere una maggioranza e il Paese sarebbe ingovernabile». Eppure, illustri costituzionalisti eccepiscono: la riforma è da bocciare. «Sì, confermo: contiene molti errori». Per esempio? «Anzitutto, è stato sbagliato concentrare quasi tutta l’attenzione sul tentativo di superare il bicameralismo paritario. Non è questo il problema più grosso. In secondo luogo, allora era meglio abolire del tutto il Senato. Terzo, è stato un errore pensare di far diventare senatori i consiglieri regionali, espressione di quella parte della politica che ha fatto più danni. Ma con tutte le riserve, il Sì ci conserva il maggioritario e ci evita un drammatico passo indietro». Bisogna dare via libera altrimenti… «Altrimenti sarà un salto nel buio. Getteremmo il Paese nell’ingovernabilità perenne». Renzi sta cercando di spostare i riflettori sul merito. «è stato un grande errore personalizzare il referendum. Dio non voglia che la gente finisca davvero per votare sul presidente del Consiglio. Ma Renzi ha sbagliato anche nel presentare la riforma come l’inizio del mondo. Come se prima di lui non fosse mai stato fatto nulla». Non è così? «C’è un pezzo d’Italia, di cui faccio parte, che da 25 anni si batte per dare stabilità al Paese. C’è un solco positivo che è stato tracciato e ricordo solo la legge per l’elezione dei sindaci che funziona molto bene». La vorrebbe anche per il premier? «Se tutto lo sforzo che è stato dedicato all’abolizione del Senato fosse stato riservato ad una modifica per introdurre l’elezione del sindaco d’Italia sarebbe stato molto meglio». E dell’Italicum cosa pensa? «Ritengo fondamentale il premio di maggioranza, proprio quello che altri vorrebbero eliminare o modificare. è questa la ragione fondamentale per cui voterò Sì. Anche se qualche aggiustamento si può trovare». Un difetto, invece? «Sono rimasti i deputati nominati. Renzi è uscito dalle primarie, mi ha sorpreso che abbia abbandonato questa strada. Ma è ancora in tempo se vuole rimediare». Come? «Con una riforma semplicissima: le primarie obbligatorie per legge per la scelta dei capilista». 17 agosto 2016 (modifica il 17 agosto 2016 | 22:25)

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