Civiltà cattolica su riforme istituzionali/2
Riforme: Civilta' Cattolica promuove documento dei Saggi (2 Update)
31 Ottobre 2013 - 14:33
(ASCA) - Roma, 31 ott - La Civilta' Cattolica, l'autorevole rivista dei gesuiti, promuove a pieni voti il lavoro prodotto sulle riforme dalla Commissione dei 40 saggi. Nel suo ultimo numero, in una meticolosa esposizione del documento finale, la Civilta' Cattolica indica quelli che definisce i ''punti salienti'' dal ''consolidamento'' del ruolo del governo a quello del ''rafforzamento'' del Parlamento con il superamento del bicameralismo paritario, fino alla riforma elettorale che deveessere coerente con la riforma istituzionale, in particolare verso la forma di governo che verra' scelta. La rivista dei gesuiti cita e condivide la valutazione fornita da uno dei saggi, il costituzionalista Stefano Ceccanti. In sintesi, vengono segnalate ''tre direttrici: 1)assicurare stabilita' ai Governi, velocizzare il procedimento legislativo e corresponsabilizzare le autonomie territoriali al Governo, abbandonando il bicameralismo paritario7; 2) aumentare il potere alle autonomie, in particolare alle Regioni, curando le funzioni invece delle ripartizioni di materie; 3) attribuire ai Primi Ministri una legittimazione diretta e una maggioranza in grado di rappresentare l'Italia ai Consigli europei per una durata pluriennale simile a quella delle figure istituzionali corrispondenti negli atri Paese''. La rivista sottolinea poi la forte connessione tra la forma di governo e la riforma elettorale, sottolineando come ''Negli ultimi vent'anni in Italia si e' cullata l'illusione che per costruire una moderna democrazia fosse sufficiente riformare in senso maggioritario la legge elettorale. L'effetto e' stato creare forme di alternanza ibride, che non hanno favorito efficinza, equilibrio e resa complessiva del sistema. Inoltre ci chiediamo se quella a cui si sta pensando tenga conto di alcuni fondamentali criteri, come quello di assicurare un elevato grado di governabilita' per garantire la democrazia dell'alternanza; ridurre la frammentazione del sistema partitico; rispettare le minoranze politiche; permettere all'elettore la scelta del candidato; assicurare un'adeguata rappresentanza di genere; contenere le spese elettorali''. La valutazione positiva, oltre che nell'insieme dell'articolo, e' espressa nella parte in cui vengono descritti i ''punti di forza e di debolezza della proposta dei saggi''. ''Sono molte le voci della dottrina -afferma La Civilta' Cattolica- che si interrogano sui punti di forza e di debolezza del Documento. A nostro parere, il primo punto qualificante e' quello di avere sdoganato il semipresidenzialismo o il premierato come due alternative entrambe possibili e mature per riformare il Governo. Per la cultura cattolica, erede della tradizione dell'Assemblea costituente, la forma di Governo parlamentare del premierato forte sembra la piu' coerente, ma anche una forma di Governo semipresidenziale potra' essere percorribile, se verranno introdotte forti misure di garanzia e di controllo. Il secondo punto qualificante -prosegue la rivista- e' i superamento del bicameralismo. Certo e' difficile pensare che il Senato voti la propria soppressione; e' invece verosimile sperare in una riforma che includa meno senatori, con compiti diversi da quelli dei deputati, eletti dalle autonomie in un Senato privo del rapporto del rapporto fiduciario col governo. Il superamento del bicameralismo, secondo i 40 saggi, permetterebbe, da una parte, di ''garantire al Governo nazionale una maggioranza politica certa, maggiore rapidita' nelle decisioni, e dunque stabilita''' e, dall'altra, di ''portare a compimento il processo di costruzione di un sistema autonomistico compiuto, con una Camera che sia espressione delle autonomie territoriali''. La bozza -sottolinea La Civilta' Cattolica- non esclude la votazione diretta del Presidente della Repubblica, ma omettere questa scelta lo suggerisce la prudenza, altrimenti verrebbe meno il ruolo di garante: nell'esperienza repubblicana, infatti, il compito del Presidente della Repubblica e' anche quello di conciliare le tensioni tra politica e magistratura sia come Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura sia per le nomine dei giudici costituzionali che gli spettano; a riguardo e' stato osservato opportunamente che ''un Presidente eletto dal popolo e investito di indirizzo politico non potrebbe (piu') svolgere tale funzione e aumenterebbero i conflitti fra politica e magistratura''. ''Invece, uno dei principali limiti del Documento, che risente di troppe penne di costituzionalisti'' secondo i gesuiti di Civilta' Cattolica ''e' la riforma del titolo V della Costituzione; sembra che la centralita' e la funzione delle autonomie locali debbano cedere troppo al governo centrale del Paese. Nella Commissione sono prevalse tendenze alla centralizzazione, ma sarebbe un rischio pensare a un Senato a vantaggio dei poteri statali senza invece pensarlo come l'espressione delle Autonomie. Anche i poteri del Presidente della Repubblica non sembrano ben bilanciati nei confronti di un Primo Ministro13: rimarrebbe in sospeso il rapporto con il Premier sull'autorizzazione della presentazione dei disegni di legge di iniziativa governativa, sul potere di emanazione dei decreti e sulla nomina e la revoca dei ministri. Infine ci sembra opportuna la critica che parte dalla dottrina sta rivolgendo alla Commissione: le preferenze individuali, che potrebbero essere comprate o alimentare il voto di scambio e potrebbero indebolire la coesione dei partiti e delle coalizioni non potrebbero essere sostituite da collegi uninominali o da liste bloccate corte? Anche per questi motivi il testo continua a suscitare polemiche, soprattutto tra i costituzionalisti''. Una notazione positiva finale e' poi individuata nello ''stile democratico e partecipativo'' che ha caratterizzato i lavori. E' un ''aspetto apparentemente procedurale -osservano i geuiti di Civilta' Cattolica- ma che riguarda una dimensione etica rilevante'' che si e' sintetizzata in una ''esperienza di reale democrazia partecipata''. min
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