Il Partito della Ricostruzione, di Luciano Iannaccone

Molto
si scrive e si parla (da remoto) della
necessità di una iniziativa innovativa nell’area liberale e democratica, che
dia unità e consistenza politica a movimenti, partiti e soggetti di ispirazione
liberale e riformista che, superando divisioni e talvolta contrapposizioni,
potrebbero diventare un soggetto politico articolato, ma unitario con un
significativo apporto alla auspicata rinascita nazionale.
Da
Italia Viva ad Azione, da Base Italia a + Europa, da gruppi ed articolazioni riformatrici
presenti nel centro-destra a quelli di centro o nel centro-sinistra, non sono
certo irrilevanti le forze potenzialmente disponibili, ma non aiuta il buon
esito del tentativo una certa indeterminatezza intorno sia alla fisionomia
politica che alle priorità. Queste ultime da raccordare alla missione del
governo Draghi, di cui questo tentativo non può che essere propugnatore.
Ad una precisa e riconoscibile fisionomia non
giova neppure affastellare i sinonimi, o quasi, con cui ci si definisce:
liberaldemocratici, liberali, riformisti, lib/lab ed altri. Anche perché
“nomina sunt consequentia rerum” e le “cose” altro non sono, in questo caso,
che gli obiettivi politici, civili e sociali da proporre ai cittadini per
cercarne il consenso. Nell’attuale situazione l’Italia deve essere salvata
dalla china su cui stava precipitando: questa è la missione sia del governo
Draghi sia di un movimento politico che nasca dai tentativi di cui sopra ho
dato conto. Potremmo chiamarlo: Partito della Ricostruzione. Un partito
liberale e non statalista; solidale epperciò non clientelare o assistenzialista;
dei diritti ed inscindibilmente dei doveri; popolare, non populista ed
impopolare quando si rendesse necessario; impegnato a costruire, ma non ad
elargire; nemico delle falsità e dell’ignoranza, amico della responsabilità
verace sia dei governanti che dei cittadini.
Il
governo Draghi e l’intero Paese hanno davanti a sè tre emergenze: quella pandemica
con le sue gravi conseguenze sociali. Quella economico-finanziaria, in cui sono
venuti inesorabilmente al pettine i nodi di una più che quarantennale gestione
elettoralistica del potere politico governativo e parlamentare. Quella
istituzionale, che vede la debolezza e l’insignificanza decisionale di elettori
ed eletti, l’aberrante crisi di credibilità ai vertici del sistema giudiziario
e l’ingovernabile e paralizzante patologia legislativa-burocratica: tre macigni
che colpiscono al cuore l’Italia presente e futura.
Obiettivo
dell’azione del governo è sia superare l’emergenza pandemica che avviare con la
gestione operativa del Pnrr e degli obiettivi connessi o collegati una forte
dinamica di rilancio del prodotto interno e della produttività: che crei nuovo
lavoro per giovani e meno giovani e provochi una progressiva, ma decisa discesa
percentuale del debito pubblico. Con gli interventi legislativi ed operativi
richiesti dall’economia, dalle sfide tecnologiche ed ambientali e dalla società,
rimuovendo finalmente paralisi, inefficienze e patologie in campo
amministrativo e giudiziario.
Affrontare
l’emergenza istituzionale non è compito del governo, ma dell’iniziativa
politica e legislativa, meglio se coinvolgendo e convincendo i cittadini. E qui
il Partito della Ricostruzione potrebbe avere una funzione decisiva, proponendo
non solo una riforma costituzionale basata su un vero potere decisionale degli
elettori e degli eletti ma anche gli interventi che rimuovano sia la gravissima
crisi di credibilità nel sistema giudiziario sia la patologia
legislativa-burocratica.
Potere
decisionale effettivo di elettori ed eletti, e conseguente responsabilità nell’esercizio
del medesimo, si darebbe instaurando con modifica costituzionale il semi-presidenzialismo
sul modello francese: i cittadini eleggono il Presidente della Repubblica
(primo turno ed eventuale ballottaggio), con poteri operativi più estesi
rispetto agli attuali. E quattordici giorni dopo votano, sempre a doppio turno
e con collegi uninominali, la Camera dei deputati, in cui è fisiologico che partiti
e liste espressione del Presidente appena eletto conseguano un risultato
positivo. il Presidente nomina il Primo ministro, che potrà governare solo con la persistente
fiducia sia del Presidente che della Camera. Un obiettivo sicuramente assai arduo,
ma non impossibile.
La
penosa crisi di credibilità dei vertici giudiziari, che mortifica la maggior
parte dei magistrati, estranea e vittima della più grave crisi istituzionale
della storia della repubblica (trattata con stupefacente e complice leggerezza
da gran parte dell’informazione), postula una risposta istituzionale e politica
che è finora mancata, con le opportune soluzioni legislative. E la patologia
legislativa-burocratica, che condanna l’Italia all’inerzia ed al declino e su cui
il governo Draghi sta per intervenire al
fine di render possibile l’avvio concreto del Pnrr, richiederà un articolato
lavoro del Parlamento. E’ necessario liberare l’Italia da grovigli inestricabili che impediscono la necessaria operatività in un
gioco al rimpallo ed al massacro che deve finire perché è una vergogna
nazionale.
Troppo
organi autorizzativi, per paura o per
alterigia, esprimono nella pratica quotidiana la mentalità aberrante propria
della frase falsamente attribuita a Maria Antonietta: “se non hanno pane,
mangino brioche”.
In
tutto questo imponente lavoro di bonifica e di rinascita il Partito della
Ricostruzione trova la ragion d’essere ed ha il suo campo di lavoro ed
intervento. Con una battaglia politica, con le opportune alleanze e le iniziative
legislative e di modifica costituzionale, con lo strumento referendario che,
come proposto da Partito Radicale e Lega sui temi della giustizia, può essere
determinante su questi ed altri temi, perché coinvolge direttamente i cittadini.
La proposta, insomma, di un articolato cammino per la ricostruzione e la
rinascita, fatto sia di iniziative legislative e costituzionali che di proposte
referendarie.
A
chi si possono rivolgere un Partito ed una proposta di tal fatta? A tutti
coloro che magari non sanno come definirsi politicamente, ma capiscono che
senza aria sana e nuova non ci potrà essere un vero futuro, per ognuno e per
tutti. Che non sopportano le parole luccicanti, le frasi ad effetto, le
lusinghe tanto gradite da chi ama essere ingannato. Che intendono e soppesano la
differenza fra gli atti e le poche parole di Draghi e le tante ma vuote di
Conte: sono tanti, ogni giorno di più.
A
queste italiane ed italiani si dovrebbe rivolgere secondo me il Partito della
Ricostruzione. Chi vuole provarci sia umile e promuova un “noi” per coinvolgere tanti. Non faccia come Letta ed i
suoi cari, che assieme ad alcuni 5Stelle di fiero cipiglio si sono autonominati
capoclasse: segnano sulla lavagna i nomi degli “espulsi” per insubordinazione
al governo a motivo di richieste e “distinguo”, tali e quali a quelli da loro
rivolte al Guardasigilli, ma non solo.
Commenti (1)
Una analisi chiara della situazione reale e dei veri bisogni del nostro Paese.\r\nCi vorrebbe una rivoluzione culturale. \r\nGrazie
Maggio 20, 2021 08:18