Per non dimenticare.....

Ero al Bar di Camaldoli quel 2 agosto di 37 anni fa. Facevamo colazione con Achille Ardigò (partigiano e sociologo cattolico)  che aveva appena finito una sua lezione, nella Foresteria dello splendido convento nel casentino, durante le Settimane Teologiche della F.U.C.I. (Federazione Universitaria Cattolica Italiana). Una lezione piena di speranze per il futuro di noi giovani di allora, nonostante il terrorismo che per anni aveva imperversato, raggiungendo il suo apice con l'uccisione di Aldo Moro il 9 maggio del '78. Ancora non lo sapevamo, ma da quell'omicidio in poi sarebbe iniziato il lento declino e la disfatta della violenza rossa e nera. Eravamo entusiasti per quell'ora di conferenza che ci spingeva a recuperare la dimensione sociale, dopo anni di "il personale è politico". Entusiasti ma anche coscienti di quanto fosse difficile uscire dal cul de sac in cui si erano infilate intere generazioni dal '68 in poi, compresa la nostra. Con la strage della stazione di Bologna, quella violenza si manifestò in tutta la sua dirompènza. Sentimmo la notizia alla radio del Bar e tutti comprendemmo subito come il terrorismo (successivamente si apprese che si trattava di terrorismo nero) avesse raggiunto un punto di non ritorno. Ardigò capì subito che l'aver colpito Bologna (sua città e città "rossa") significava aver alzato tragicamente il tiro, più di quanto fosse già alto. Corpi dilaniati, la stazione sventrata, i soccorsi, le lacrime (anche nostre), quell'orologio fermo su quell'ora maledetta di sangue, sono le immagini di allora, che non dimenticheremo mai. [media-credit id=60 align="alignnone" width="300"][/media-credit]

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