L'Italia è in buone mani

di Giovanni Bianco Dunque, siamo alle comiche. Dopo il vergognoso "mercato delle vacche" dicembrino, quando il "governicchio" in carica ottenne la fiducia alla Camera per tre voti, tra i quali quelli di alcuni deputati dell'opposizione, il cui repentino cambio di casacca suscitò una forte e motivata indignazione (e penso tra tutti a Calearo, facoltoso imprenditore del nord-est pima "forzista", poi folgorato dal Pd di Veltroni, ora ritornato dov'era ed è sempre stato, nel centro-destra), il Sig.B.torna alla carica con la consueta arroganza. Ieri, intervenendo per telefono durante un incontro della minuscola formazione politica di centro-destra guidata da Pionati, un piccolo satellite nel sistema di potere del Cavaliere, non ha perso l'occasione per ribadire che la sinistra, poveretta, è in stato confusionale e non ha un leader, ha sottolineato che per fortuna l'Italia è in buone mani perchè  resta in sella un esecutivo di qualità, il suo. Come dire, "per fortuna che Silvio c'è", come recita una pessima canzoncina elettorale di "regime". Dal breve discorso del Signor B. emerge ancora una volta la miopia e la totale inadeguatezza di un Premier sfrontato e tracotante, baldanzoso, aggressivo ed accentratore, soprattutto preoccupato della strenua difesa del suo "particulare", del suo patrimonio e dei suoi affari, più che del bene del Paese e del "bene comune". Cose risapute, verrebbe da dire. Tuttavia, il sentirle al Tg1 notturno, trasmesse con spiccato risalto ed in prima evidenza, fa pensare pure alla scarsa avvedutezza del Signor B., il quale probabilmente, in un momento così delicato, in cui uno dei peggiori governi degli ultimi centocinquant'anni sopravvive grazie a miserabili intrighi di palazzo, a traffici oscuri, dovrebbe scoprire finalmente "le virtù del silenzio".

Condividi Post

Commenti (0)