Lettera Ceccanti-Parisi ai parlamentari su Mattarellum

Cari colleghi, in queste settimane si è riaperto un dibattito sulla necessità di modificare l’attuale legge elettorale, il cui maggiore anche se non unico difetto e' quello di annullare il rapporto irrinunciabile tra i cittadini e i loro rappresentanti. Nella primavera dell'anno scorso, col sostegno di colleghi appartenenti a partiti dei due schieramenti parlamentari, abbiamo presentato il progetto di legge per ripristinare la legge elettorale Mattarella (Atto Senato 1549 e Atto Camera 2421). La proposta e' stata sottoscritta da poco meno di un quinto dei membri del parlamento (80 senatori e 107 deputati), il numero più elevato di consensi tra tutte le proposte presentate. Una proposta di un solo articolo, semplicissima nel contenuto e nella forma che propone il ritorno alla legge precedente a quella vigente i cui limiti vengono ora riconosciuti anche da esponenti di gruppi che ne sostennero a suo tempo l'approvazione. Una proposta pensata non per favorire uno schieramento o sconfiggere l'altro, ma, scelta all'opposto proprio a partire dalla concreta esperienza che ha visto con la stessa regola prevalere ora uno schieramento, ora l'altro. Un compromesso tra le diverse ragioni in campo anche se fondato sul riconoscimento della necessita' di rispettare il mandato popolare del referendum del 1993 che sentiamo tra i cittadini ancora attuale. La nostra esperienza di parlamentari e la consapevolezza del diffuso sentimento popolare ci dice che non possiamo accettare che il Parlamento possa essere eletto ancora una volta sulla base della legge attuale senza che da questo derivino gravissime conseguenze per la sua legittimazione democratica. La complessita' del tema e la conoscenza delle diverse posizioni in campo ci dice che, per chi voglia muoversi nell'alveo tracciato dal voto popolare del 1993, che noi ci sentiamo impegnati a difendere, e' difficile trovare una soluzione diversa dalla legge Mattarella. Di conseguenza e' quasi sicuro che ogni tentativo si risolva o con una nuova forzatura o con il mantenimento della situazione attuale. E' un esito che non possiamo accettare. Pertanto, pur aperti ad ogni soluzione migliorativa, chiediamo che venga al piu' presto aperto il dibattito sulla nostra proposta almeno come prima tappa necessaria di riforma. Ai molti che negli ultimi tempi dicono con noi che con l'attuale legge non si puo' andare a votare rispondiamo che per approvare la nostra proposta basterebbe una settimana. A chi non ha ancora firmato la proposta chiediamo di aderire ora inviandoci in casella la propria sottoscrizione e a tutti di segnalarci la disponibilità a iniziative sul territorio, mirate a questo obiettivo puntuale, che non chiude il dibattito, ma che intende riaprirlo da una base condivisa più avanzata, Stefano Ceccanti, Senato della Repubblica Arturo Mario Luigi Parisi, Camera dei Deputati

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