ma i cattolici del SI sono gli stessi della Settimana Sociale?

erano "liberal, poliarchici, antistatalisti e innovatori"….o s'era capito male?
Avvenire, 15 giugno 2011
LE SCELTE NELL'URNA
I cattolici e il referendum: «Presenti in nome del bene comune»
Sensibilità e partecipazione. So¬no le due parole chiave nel ruolo svolto dai cattolici in occasione dei referendum. Ruolo deter¬minante per il loro successo, secon¬do molto osservatori, così come lo fu per l’insuccesso di quello sulla legge 40, quella sulla procreazione assisti¬ta. Sensibilità rispetto ai temi, come quelli dell’acqua, ma più in generale a quello del Bene comune, facendo riferimento alla Dottrina sociale del¬la Chiesa e al magistero dei vescovi. Partecipazione come voglia di «es¬serci », senza «restare alla finestra». è la riflessione che fanno molti re¬sponsabili di associazioni e movi-menti che hanno avuto un impegno più o meno diretto nella campagna referendaria.
«Certamente – spiega il professor An¬tonio Maria Baggio, politologo vicino al Movimento dei Focolari – c’è sta¬ta, da quello che sembra, una parte¬cipazione forte, una partecipazione qualificata, soprattutto per la pre¬senza sociale dei cattolici in vari gruppi che affrontavano i temi spe¬cifici dei referendum». Anche l’Os¬servatore Romano sottolinea che al¬la vittoria dei 'sì' hanno contribuito «anche molti cattolici che valutano sulla base della dottrina sociale del¬la Chiesa». Anche per questo i risul¬tati «non possono essere ignorati da alcuna parte dello schieramento po¬litico » ma anche «una lettura troppo politicizzata del risultato referenda¬rio potrebbe indurre in errore». «Io parlo di una crescente sensibilità del mondo cattolico su questi temi e così è stato anche per il movimento del Rinnovamento nello Spirito – spiega Salvatore Martinez –. Noi non abbiamo partecipato a iniziative di¬rette, né abbiamo fatto opera di per¬suasione. Ma sia le parole del Papa che il magistero dei vescovi certa¬mente ci hanno colpito».
Diretto, invece, l’impegno delle Acli . «è stata una vittoria della società ci¬vile – sottolinea il presidente Andrea Olivero –. Di quei milioni di cittadini che fin dall’inizio si sono mobilitati nella raccolta delle firme e, fino al¬l’ultimo, si sono spesi, tra non pochi ostacoli e difficoltà, per informare, coinvolgere e portare al voto la mag¬gioranza della popolazione». Insom¬ma, «il segno che quando i referen¬dum riguardano questioni concrete e cruciali, i cittadini rispondono al¬l’appello con grande spirito di parte¬cipazione democratica». Paolo Trionfini, responsabile degli a¬dulti di Azione Cattolica, segnala «la concretezza di tematiche sensibili che rimandano al Bene comune. E quando sono in ballo temi di questo tipo, che toccano la salute, la sicu¬rezza e la giustizia, la risposta, so¬prattutto dei cattolici, è alta». E que¬sto spiega la forte partecipazione che, aggiunge, «sollecita tutti sulla natu¬ra della democrazia che se non è par¬tecipata non può essere tale. Rispet- to a una crisi della politica sempre più chiusa in se stessa, c’è una vo¬lontà di fondo dei cittadini che non vogliono stare alla finestra».
Analogo è la riflessione dei Presiden¬ti del Comitato nazionale dell’Age¬sci , Angela Maria Laforgia e Alberto Fantuzzo. «Ci sembra una bella pro¬va di democrazia e di partecipazione per il nostro Paese. Il fatto che così tanti cittadini abbiano deciso di re¬carsi alle urne per dire che ci tengo¬no alla Natura, all’Acqua, alla loro Sa¬lute, è indubbiamente un segnale for¬te per chi ci rappresenta. Ora stare¬mo a vedere se la Politica, quella con la P maiuscola, saprà cogliere questo segnale che, al di là degli schiera¬menti, ci sembra dichiarare una vo¬glia di futuro e di speranza». L’Agesci ha aderito al comitato per l’Acqua Be¬ne Comune e a quello contro il Nu¬cleare. Un impegno che si è ulterior-mente tradotto, secondo lo stile scout, in attività di tipo educativo per sollecitare la riflessione e l’impegno personale di bambini, ragazzi e gio¬vani su temi così importanti che toc¬cano il Creato e il Futuro delle giova¬ni generazioni.
Antonio Maria Mira
qui anche l’intervista al sociologo Paolo Feltrin:
http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=1175DA
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