Il mio ricordo in Aula di Pierre Carniti nella seduta di ieri
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“Preferisco coltivare speranze piuttosto che ricordi”, così Pierre Carniti, scomparso ieri, iniziava il suo intervento a un convegno sulla concertazione riformatrice, pubblicato da Marsilio.
La sua grande speranza è stata quella di rompere la separazione tra cattolicesimo democratico e sinistra riformista.
La speranza di un grande sindacalista, certo, ma non solo sindacalista nel senso restrittivo del termine. La speranza di una personalità dotata di una fine cultura politica europea che si chiedeva perché ciò che era possibile altrove, a cominciare dalla Francia col ruolo decisivo del sindacato Cfdt nella nascita del nuovo Partito Socialista non dovesse essere possibile anche da noi. Da qui la grande coerenza sia sul terreno delle policies sia su quello di politics.
Bati ricordare, in raccordo con Ezio Tarantelli, l’impegno a tutelare il salario reale dei lavoratori più che quello nominale, nella difficilissima prova referendaria del 1985. E poi, oltre al suo breve passaggio in Senato, soprattutto le due legislature al Parlamento europeo e la fondazione insieme a Ermanno Gorrieri del Movimento dei Cristiano Sociali che voleva superare quella storica frattura. prima in una coalizione e poi in un partito dei riformisti
Caro Pierre, abbiamo coltivato oggi rapidamente un tuo ricordo, ma lo abbiamo fatto comunque secondo quella tua indicazione, quella di non coltivare appunto i ricordi come tali, ma in funzione della speranza.
La tua speranza, che sentiamo anche nostra, di noi Democratici, come responsabilità esigente. Grazie.
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