Giorgio Tonini spiega perché Bersani sbaglia valutazione sulla riforma elettorale e costituzionale

TALICUM SISTEMA DEL GHE PENSI MI? MA DOVE LO VEDI, CARO PIERLUIGI? Ma come si possono dire tante enormità sull'Italicum, nella versione 2.0, approvata dal Senato e ora all'esame della Camera? Leggo che Pierluigi Bersani è arrivato a definirlo "il sistema del ghe pensi mi". Ma dove, di grazia? Immaginiamo che l'Italicum venga approvato così com'è, insieme alla riforma del Senato. E che nel 2018 sia ancora il Pd, guidato da Renzi, a vincere le elezioni. Per ritornare a Palazzo Chigi, Renzi avrà dovuto: 1. Rivincere il congresso del Pd, prima tra gli iscritti e poi tra gli elettori; 2. Vincere le elezioni, o al primo turno (se il Pd avrà preso almeno il 40 per cento dei voti) o al ballottaggio, battendo il candidato alternativo, sul quale potrebbero convergere tutti o molti degli altri. Vinte le elezioni (speriamo), grazie al nuovo sistema Renzi potrà contare su una maggioranza alla Camera di 340 deputati su 630. Almeno 240 dei 340 saranno stati eletti con le preferenze, mentre al massimo 100 saranno stati eletti con un meccanismo simile a quello dei collegi uninominali proporzionali, cioè con il nome scritto ben visibile accanto al simbolo del Pd. Nessun elettore potrà dire di non aver partecipato alla scelta dei deputati del suo collegio: uno lo ha scelto insieme al simbolo del partito, come avviene con l'uninominale, gli altri li ha selezionati col meccanismo delle preferenze. In ogni caso, la stragrande maggioranza degli eletti del Pd saranno arrivati a Montecitorio non perché scelti da Renzi, ma perché votati dagli elettori. Tornando a Palazzo Chigi, Renzi non troverà nessun "superpotere": il suo governo resterà appeso alla fiducia della maggioranza della Camera (ma non più anche del Senato, che non darà più la fiducia ai governi); questo significa che basterà una trentina di deputati del Pd a far ballare il governo, altro che uomo solo al comando! Gli attuali contrappesi al potere del governo resteranno peraltro identici, o saranno stati addirittura rafforzati: il Renzi 2 continuerà a dipendere dal consenso del Quirinale su nomina dei ministri, presentazione dei decreti, ecc. Il presidente della Repubblica inoltre (quando, nel 2022, si porrà il problema della successione a Mattarella) dovrà essere eletto con il 60 per cento e non più la sola maggioranza assoluta dei grandi elettori. Insomma, caro Pierluigi, dove lo vedi il sistema del ghe pensi mi? Non sarebbe meglio riconoscere che la riforma è una buona riforma, che adotta soluzioni tutte discutibili e criticabili, ma tutte nell'alveo della democrazia parlamentare? E che la materia del contendere tra di noi è limitata e modesta, comunque opinabile: insomma è materia tipica da confronto interno al partito e ai gruppi, decisione a maggioranza negli organismi e poi voto compatto nelle commissione e nelle aule parlamentari? Contenti, tutti insieme, di aver fatto il nostro dovere di riformisti: aver lasciato le cose un po' migliori di come le avevamo trovate?

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